“
Si trovò assittato come in castigo, aveva il muro praticamente in faccia, per
taliare la sala avrebbe dovuto mettersi di traverso sulla seggia e storcere il
collo. Ma che gliene fotteva di taliare la sala?
<< Se
se la sente, avrei i pirciati ch’abbruscuanu >> fece il baffuto.
Sapeva
cos’era il pirciato, un tipo particolare di pasta, ma cosa avrebbero dovuto
bruciare? Non volle però dare all’altro la soddisfazione di spiargli com’erano
cucinati i pirciati. Si limitò a una sola domanda:
<< Che
viene a dire, se se la sente? >>
<< Precisamente
quello che viene a dire: se se la sente >> fu la risposta.
<<
Me la sento, non si preoccupi, me la sento >>.
L’altro
isò le spalle, sparì in cucina, ricomparse dopo tanticchia, si mise a taliare
il commissario. Venne chiamato dalla coppia di clienti che spiarono il conto.
Il
baffuto glielo fece, i due pagarono e niscirono senza salutare.
<< Il
saluto qua non deve essere di casa >> pinsò Montalbano, ricordandosi che
macari lui, trasendo, non aveva salutato a nisciuno.
Il
baffuto tornò dalla cucina e si rimise nella stessa ‘ntifica posizione di
prima.
<< Tra
cinco minuti è pronto >> disse. << Vuole che le rapro la televisione,
intanto che aspetta? >>
<< No >>.
Finalmente
dalla cucina si sentì una voce femmina.
<< Giugiù! >>.
E
arrivarono i pirciati. Sciauravano di paradiso terreste. Il baffuto si mise
appuiato allo stipite della porta assistimandosi come per uno spettacolo.
Montalbano
decise di farsi trasire il sciauro fino in fondo ai polmoni.
Mentre
aspirava ingordamente, l’altro parlò.
<< La
vuole una bottiglia di vino a portata di mano prima di principiare a
mangiare? >>.
Il
commissario fece ‘nzinga di sì con la testa, non aveva gana di parlare. Gli
venne messo davanti un boccale, una litrata di vino rosso densissimo.
Montalbano se ne inchì un bicchiere e si mise in bocca la prima forchettata.
Assufficò, tossì, gli vennero le lagrime agli occhi. Ebbe la netta sensazione
che tutte le papille gustative avessero pigliato foco. Si sbacantò in un colpo
solo il bicchiere di vino, che da parte sua non sgherzava quanto a grdazione.
<< Ci
vada chiano chiano e liggero >> lo consiglio il cammareri-proprietario.
<< Ma
che c’è? >> spiò Montalbano ancora mezzo assufficato.
<< Oglio,
mezza cipuddra, dù spicchi d’agliu, dù angiovi salati, un cucchiarinu di
chiapparina, aulive nìvure, pummadoro, vasilicò, mezzo pipiruncino piccanti,
Sali, caciu picurino e pipi nìvuro >> elencò il baffuto con una nota di
sadismo nella voce.”
L’odore
della notte di Andrea Camilleri