Una mattina di là d'Arno


Una volta all’interno del “Dolce Emporio” il signor Cozzi ci ha chiesto come mai noi giovani non entriamo nelle botteghe. Abituati a fare la spesa nei supermercati abbiamo perso la dimensione umana e rimaniamo quasi frastornati dalla spontanea socievolezza di uno come Alfredo Cozzi. Nonostante la mia timidezza, io al “Dolce emporio” tornerei subito. Non solo per i dolciumi buonissimi, per i vecchi vasi di vetro pieni di caramelle colorate e per l’atmosfera di altri tempi che si respira, ma anche per sentire il padrone di casa parlare delle nonne di San Frediano  e dei loro biscotti.
Sulla sponda sinistra del fiume Arno, lontani dalle consuete rotte turistiche si percepisce la stessa atmosfera trovata al Dolce Emporio. Un quartiere vitale, dove spiccano le piccole botteghe di artigiani e i suoi abitanti fieri del loro “di là d'Arno”. Come si intuisce dalle parole di una dei proprietari di "CiBi", un locale aperto da poco in via delle Caldaie, proprio dietro piazza Santo Spirito. Il locale è nato da un idea di Lirio Mangalaviti che insieme ad altri soci ha dato vita ad un ristorante che si propone di diventare anche uno spazio per eventi artistici e serate culturali. 
Il locale, ricavato dalla bottega di un fabbro (che si è spostato proprio di fronte) e da una panetteria colpisce subito per la cura degli arredi: pezzi di modernariato sono accostati sapientemente a pezzi più moderni, una serie di lettere recuperate da vecchie insegne sovrasta il bancone centrale, mentre i lampadari sono stati ottenuti recuperando delle vecchie bottiglie. Il ristorante è aperto sia a pranzo che a cena con due menù diversificati: più semplice il primo, più complesso ed elaborato quello della sera. La carta dei vini presenta una suddivisione insolita: tra i vini “glou glou” troverete proposte immediate, ad alta bevibilità, mentre tra i vini “sole” sono presenti suggerimenti caldi e avvolgenti e così via.




Da questa parte del fiume ogni bottega ha un proprio fascino, come il laboratorio “Dalle nostre mani” dove ogni giorno viene preparata pasta fresca biologica che può essere acquistata in loco, oppure gustata comodamente seduti ad un tavolino del “Vivanda”, enoteca situata a pochi metri dal laboratorio. Non solo cibo nell’oltrarno fiorentino, ma anche tanti negozi di artigiani, restauratori, orafi etc. Durante il nostro tour alla scoperta di questo quartiere, ci siamo imbattute nel negozio di Anita Russo che crea con le proprie mani oggetti in ceramica.    
La passeggiata è poi terminata da “Tealicious” dove Marcela ci ha illustrato i segreti del tè. Nel suo piccolo negozio, tra i profumi che fuoriuscivano dai barattoli di latta, ci ha spiegato l'importanza dei tempi di infusione e della temperatura dell'acqua. Grazie ai suoi consigli e alle prove di assaggio, ho finalmente capito perché non sono mai riuscita ad apprezzare il tè verde. Sono tornata a casa contenta, con i “chicchi” del dolce emporio, un profumatissimo tè e le nozioni base per gustarlo al meglio.
Chi erano le nostra compagne di viaggio? Un bel gruppetto di ragazze blogger (GaiaFrancescaStefaniaSilvia e Claudia) capitanato da Chiara, che ringraziamo per aver organizzato in maniera impeccabile questa bella giornata fiorentina.








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