Racconti in cucina: Il cinghiale che uccise Liberty Valance

martedì, luglio 12, 2016


Premessa: con questo post sto utilizzando il blog delle sorelle Chiara&Marta per raccontarvi i fatti miei (e un po’ della mia passione per la montagna).

Un giorno d’inverno stavo tentando con un’amica la risalita al Monte Senario, non lontano da Firenze. Il clima era perfetto per camminare: non faceva freddo, il sole inondava il sentiero e i profumi della natura si facevano largo all’interno delle mie narici. Non c’era nessun rumore oltre a quello dei nostri passi. Una giornata perfetta, in ottima compagnia.
Poi, d’un tratto qualcosa ha richiamato la nostra attenzione: un grugnito è uscito minaccioso da un cespuglio ai margini del sentiero.
- Un cinghiale! – ha urlato la mia amica.
Presi dal panico siamo scappati, tornando sui nostri passi. Per raggiungere la vetta abbiamo quindi dovuto cambiare strada: qualche chilometro in più di cammino era pur sempre meglio di affrontare la belva feroce che ci aveva minacciati.
Ma se invece una minaccia, quello lanciato dal cinghiale fosse stato un timido approccio nei nostri confronti? Se avesse semplicemente voluto dirci la sua?
Nella Toscana raccontata nel bellissimo romanzo “Il cinghiale che uccise Liberty Valance” di Giordano Meacci, c’è un rappresentante della fauna locale (Apperbohr) che, di punto in bianco, comprende il linguaggio degli umani (a dire il vero impara la parlata locale). Questa sua nuova abilità gli creerà non pochi problemi: troppo avanti per i suoi simili, troppo “bestia” per gli esseri umani. La sua condizione lo renderà in breve tempo un essere solitario che dovrà difendersi da amici e nemici (specialmente da quelli che lo vogliono trasformare nella specialità locale: il ragù di cignàle, come dicono da quelle parti, la specialità locale). Apperbohr (che poi diventerà un rivoluzionario, nel vero significato della parola) imparerà a riconoscere le emozioni, le sensazioni, la paura della morte e della vita tipiche degli esseri che gli daranno la caccia, fino a comprendere il significato della parola più importante che qualsiasi uomo possa mai pronunciare.
Al povero protagonista rimarrà quindi con l’insoluto dubbio: come si dirà “amore” in cinghialese?

Adesso che ci penso: non è che la belva del monte Senario si stava dichiarando alla mia amica??

Attilio Mazzoni


Racconto liberamente ispirato da “IL CINGHIALE CHE UCCISE LIBERTY VALANCE” – GIORDANO MEACCI

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